@Ramon
le tue parole sono molto belle e condivido ciò che dici nella misura in cui il pensare troppo alla tecnica durante uno scatto fa perdere di vista spesso il senso dello scatto stesso e di conseguenza, questo influisce sul risultato. Sono un razionale e so anche che questo è un limite a volte. In certi contesti può creare problemi, in altri quando le emozioni t'aggrediscono e il tempo a disposizione per fare il tuo lavoro è poco, tecnica e razionalità diventano un alleato indispensabile.In bosnia due anni fa in un ospedale pediatrico per malattie genetiche, se non avessi tirato fuori il lato razionale non avrei fatto uno scatto aggredito dall'emozione a volte lo ammetto dal disgusto e invece ho fatto il mio lavoro come era giusto che fosse in quella circostanza. Ci sono generi fotografici diversi e motivi diversi per cui si fanno fotografie. Ogniuno di questi richiede qualità e motivazioni diverse. Anche io credo che dalle persone che s'incontrano e dalle esperienze che si fanno, nel bene o e nel male si possano ricevere insegnamenti/emozioni sempre. Non per tutte queste persone ho sofferto nel vederle partire, non per tutte le esperienze fatte ho pianto nel lasciarmele alle spalle. Anche io sono daccordo quando dici che la foto la fanno loro, le persone la loro ricchezza (aggiungo non sempre e non solo quella), l'imponderabile. Non posso condividere però quando dici che noi non contiamo mai nulla, perchè facciamo solo un click o un clack non ritengo vero che schiacciamo solo un tasto. Non so tu ma nel mio caso posso decidere come quando e sopratutto se schiacciarlo quel tasto e devo sapere come farlo al meglio per dare un senso al mio impegno. Poi l'imprevisto fa parte del gioco e piace anche a me. La foto, è la lo so, ce la troviamo davanti, gli attori sono gli altri, ma noi, per prima cosa, dobbiamo riuscire a vederla una foto. Già questo ritengo sia cosa difficile per molti. Altrettanto difficile saperla catturare nel migliore dei modi, saperla interpretare. Un automobile devi saperla controllare/condurre perchè ti porti a destinazione? devi sapere cosa fare per evitare di farti e far male? non credi sia indispensabile conoscerne i limiti per evitare di uscire fuori strada? quello è il controllo che ritengo necessario. Quello che poi incontrerò durante il viaggio spero non lo controlli nessuno e spero che mi riservi grandi sorprese.
Messaggio Modificato (12:49)
le tue parole sono molto belle e condivido ciò che dici nella misura in cui il pensare troppo alla tecnica durante uno scatto fa perdere di vista spesso il senso dello scatto stesso e di conseguenza, questo influisce sul risultato. Sono un razionale e so anche che questo è un limite a volte. In certi contesti può creare problemi, in altri quando le emozioni t'aggrediscono e il tempo a disposizione per fare il tuo lavoro è poco, tecnica e razionalità diventano un alleato indispensabile.In bosnia due anni fa in un ospedale pediatrico per malattie genetiche, se non avessi tirato fuori il lato razionale non avrei fatto uno scatto aggredito dall'emozione a volte lo ammetto dal disgusto e invece ho fatto il mio lavoro come era giusto che fosse in quella circostanza. Ci sono generi fotografici diversi e motivi diversi per cui si fanno fotografie. Ogniuno di questi richiede qualità e motivazioni diverse. Anche io credo che dalle persone che s'incontrano e dalle esperienze che si fanno, nel bene o e nel male si possano ricevere insegnamenti/emozioni sempre. Non per tutte queste persone ho sofferto nel vederle partire, non per tutte le esperienze fatte ho pianto nel lasciarmele alle spalle. Anche io sono daccordo quando dici che la foto la fanno loro, le persone la loro ricchezza (aggiungo non sempre e non solo quella), l'imponderabile. Non posso condividere però quando dici che noi non contiamo mai nulla, perchè facciamo solo un click o un clack non ritengo vero che schiacciamo solo un tasto. Non so tu ma nel mio caso posso decidere come quando e sopratutto se schiacciarlo quel tasto e devo sapere come farlo al meglio per dare un senso al mio impegno. Poi l'imprevisto fa parte del gioco e piace anche a me. La foto, è la lo so, ce la troviamo davanti, gli attori sono gli altri, ma noi, per prima cosa, dobbiamo riuscire a vederla una foto. Già questo ritengo sia cosa difficile per molti. Altrettanto difficile saperla catturare nel migliore dei modi, saperla interpretare. Un automobile devi saperla controllare/condurre perchè ti porti a destinazione? devi sapere cosa fare per evitare di farti e far male? non credi sia indispensabile conoscerne i limiti per evitare di uscire fuori strada? quello è il controllo che ritengo necessario. Quello che poi incontrerò durante il viaggio spero non lo controlli nessuno e spero che mi riservi grandi sorprese.
Messaggio Modificato (12:49)
03.03.12, 13:11
Messaggio 77 di 81
@Davide
Uh quanti spunti che mi tiri fuori. Oggi non ho molto tempo, ti dico la mia solo sul discorso tecnico, così per come credo di averlo compreso, anche in virtù di molte critiche che mi sono state mosse e ancora mi vengono mosse (soprattutto da un paio di amici fotografi molto più bravi di me).
Quello che io credo mi volesse dire la persona di cui parlavo ieri sera è di non fare sfoggio alcuno di capacità tecnica quando si fa una foto, ovvio che non smarmello le luci, non improvviso un'inquadratura (non me lo potrei permettere), cerco insomma di fare uno scatto al meglio delle mie capacità tecniche ... ma tutto questo deve sparire, è il soggetto a contare, io alla fine devo solo aver fatto click, se quello che mi viene detto di una foto è "Bel bokeh!" "Belle luci" etc., sento di aver fallito qualcosa.
Con questo non voglio dire che conta solo l'emozione o altre boJate, ne vedo fin troppe di foto "emozionali" per cui si dovrebbe prendere a sberle il fotografo e forti le sberle pure. Dico che ci deve essere la foto, senza tante pippe tecniche quando la si presenta.
Poi può sembrare un discorso arrogante il mio, forse pure ipocrita visto che inserisco sempre nelle descrizioni la dotazione fotografica usata, ma credo anche che di tecnica al di là di tutto si debba parlare e spesso proprio grazie a quelle descrizioni ho imparato qualcosa. Proprio l'altro ieri qualcuno mi ha fatto notare che usare una Tmax in lavoro di studio significa castrare la pellicola e mi ha suggerito come usarla al meglio, non lo sapevo, non ne avevo esperienza.
Insomma tecnica sì, ma prima o dopo la foto, non durante, non so se sono riuscito a spiegare il mio punto di vista.
Uh quanti spunti che mi tiri fuori. Oggi non ho molto tempo, ti dico la mia solo sul discorso tecnico, così per come credo di averlo compreso, anche in virtù di molte critiche che mi sono state mosse e ancora mi vengono mosse (soprattutto da un paio di amici fotografi molto più bravi di me).
Quello che io credo mi volesse dire la persona di cui parlavo ieri sera è di non fare sfoggio alcuno di capacità tecnica quando si fa una foto, ovvio che non smarmello le luci, non improvviso un'inquadratura (non me lo potrei permettere), cerco insomma di fare uno scatto al meglio delle mie capacità tecniche ... ma tutto questo deve sparire, è il soggetto a contare, io alla fine devo solo aver fatto click, se quello che mi viene detto di una foto è "Bel bokeh!" "Belle luci" etc., sento di aver fallito qualcosa.
Con questo non voglio dire che conta solo l'emozione o altre boJate, ne vedo fin troppe di foto "emozionali" per cui si dovrebbe prendere a sberle il fotografo e forti le sberle pure. Dico che ci deve essere la foto, senza tante pippe tecniche quando la si presenta.
Poi può sembrare un discorso arrogante il mio, forse pure ipocrita visto che inserisco sempre nelle descrizioni la dotazione fotografica usata, ma credo anche che di tecnica al di là di tutto si debba parlare e spesso proprio grazie a quelle descrizioni ho imparato qualcosa. Proprio l'altro ieri qualcuno mi ha fatto notare che usare una Tmax in lavoro di studio significa castrare la pellicola e mi ha suggerito come usarla al meglio, non lo sapevo, non ne avevo esperienza.
Insomma tecnica sì, ma prima o dopo la foto, non durante, non so se sono riuscito a spiegare il mio punto di vista.
03.03.12, 13:13
Messaggio 78 di 81
Ah ecco, aggiungo una cosa, quel fotografo che mi ha tirato quella ciga pazzesca sul fregarsene delle regole predica bene ma razzola malissimo ahahahahahaha! 'tacci sua.
Quando si ha fretta sarebbe meglio non intervenire, ma spesso prevale la voglia di lasciare un segno, com per dire seguo la discussione.
Mi sembra che Ettore non abbia preso bene la mia citazione, che, è bene chiarire, voleva essere molto ma molto generica. Se ho dato l'impressione di volere dire altro, mi scuso.
Vorrei chiarire la mia posizione attuale:
- come molti di voi sanno, non ho mai parlato dell'analogico in termini nostalgici;
- sono passato al digitale, qualche anno fa, con assoluta convinzione;
- non saprei dire se e in che misura è stata determinante l'esperienza analogica nella mia formazione: a livello personale la giudico molto importante; per altro verso, col digitale ritengo di essermi espresso come mai prima;
- sempre con convinzione, da qualche mese ho affiancato l'analogico al digitale; anche in questo caso, nonostante le finora brevi e incomplete esperienze, devo dire che i risultati, in termini espressivi e di qualità, mi sembrano se non buoni incoraggianti. Quindi la domanda potrebbe anche porsi al contrario: in che misura conta l'esperienza digitale nel "ritorno all'analogico: anche in questo caso direi molto (se non moltissimo).
In questo momento non vedo antagonismo tra i due sistemi. In relazione a ciò che abbiamo in mente, alla canonica pre-visualizzazione della "fotografia": bianco e nero o colore, potrebbe benissimo aggiungersi: digitale o pellicola.
Per il momento saluto tutti.
.
Mi sembra che Ettore non abbia preso bene la mia citazione, che, è bene chiarire, voleva essere molto ma molto generica. Se ho dato l'impressione di volere dire altro, mi scuso.
Vorrei chiarire la mia posizione attuale:
- come molti di voi sanno, non ho mai parlato dell'analogico in termini nostalgici;
- sono passato al digitale, qualche anno fa, con assoluta convinzione;
- non saprei dire se e in che misura è stata determinante l'esperienza analogica nella mia formazione: a livello personale la giudico molto importante; per altro verso, col digitale ritengo di essermi espresso come mai prima;
- sempre con convinzione, da qualche mese ho affiancato l'analogico al digitale; anche in questo caso, nonostante le finora brevi e incomplete esperienze, devo dire che i risultati, in termini espressivi e di qualità, mi sembrano se non buoni incoraggianti. Quindi la domanda potrebbe anche porsi al contrario: in che misura conta l'esperienza digitale nel "ritorno all'analogico: anche in questo caso direi molto (se non moltissimo).
In questo momento non vedo antagonismo tra i due sistemi. In relazione a ciò che abbiamo in mente, alla canonica pre-visualizzazione della "fotografia": bianco e nero o colore, potrebbe benissimo aggiungersi: digitale o pellicola.
Per il momento saluto tutti.
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03.03.12, 19:10
Messaggio 80 di 81
mi piace molto il discorso della tecnica prima e dopo
Mi capitò personalmente ad una mostra di mie foto la domanda inattesa di un visitatore!!!lei usa ottiche zeiss montate su leica? mai usate risposi...e la pellicola non è kodak....pausa di qualche secondo...qualcosa non và domandai!!!...avrei giurato di si valutando l'incisività e la nitidezza delle stampe... fu la sua risposta...la ringrazio...lei mi ha confermato che ne esistono di buone anche se nate fuori dai confini tedeschi:-)))))))))))
Messaggio Modificato (20:33)
Messaggio Modificato (20:33)