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Maricla Martiradonna

... Lucy Franco

@ Antonio Rolandi

...e veniamo alle domandone )

- tenere sempre in sintonia cuore e mente, oh, mica facile...
penso sia questione anche questa volta di sincerità di intenti.
Se si lascia venire a galla e esprimere in vero "io", questo si riflette, molto evidente, nell'immagine.
E' una impronta, come una firma.
Quando mi dicono: questa fotografia è molto "tua", è " come te", ecco, credo si riferiscano proprio a quello.
Qualcuno di cui non ricordo adesso il nome ha scritto: impara la lezione dei Maestri, poi dimenticala.
Quindi lasciare che tutto quanto appreso, ricercato, osservato, si sedimenti e divenga così proprietà esclusiva.
Dopodichè si può dimenticare tutto, come conoscenza fine a sè stessa, e considerare propria , non più estranea, assimilata al proprio modo di essere, la lezione dei Maestri.
Questo fa si che nella mia piccolissima esperienza, il polpastrello destro si muova quando riconosce nel mondo esterno qualcosa di sè.

- Il filo che tiene insieme scatto e post:
per me è un filo molte volte accessorio, nel senso che è un aggiustamento di curve e livelli, se è il caso di aggiunta di contrasto e poco altro, a parte naturalmente la necessaria conversione in b/n o la costruzione in dittico, la cui unione di due fotogrammi avviene con i file uniti in post.
Ho con i softwere di postproduzione un rapporto un po' guardingo.
Nel primissimo approccio, nella scoperta di questi strumenti, ho attraversato l'ebbrezza degli effetti speciali: filtri, dominanti, sfocature e altro, e ancora.
Ma man mano che procedevo, sentivo il risultato estraneo a me, falsato e posticcio, almeno ai miei occhi e puntualmente la versione originale mi risultava migliore.
Ma, naturalmente, e ci tengo a sottolinearlo, io parlo per la mia fotografia, non è un atteggiamento snobistico verso un tipo di postproduzione che interviene molto sull'originale, anzi, la considero mia pura ignoranza, impigrita ancora di più dalla evidenza che nelle mie fotografie, l'oggetto non è mai la perfezione, ma al contrario, la suggestione del non detto, del tratto incerto.

Grazie Antonio, un piacere riflettere sulle tue domande.



Messaggio Modificato (15:49)
27.05.12, 22:46
@ Antonio Rolandi

...e veniamo alle domandone )

- tenere sempre in sintonia cuore e mente, oh, mica facile...
penso sia questione anche questa volta di sincerità di intenti.
Se si lascia venire a galla e esprimere in vero "io", questo si riflette, molto evidente, nell'immagine.
E' una impronta, come una firma.
Quando mi dicono: questa fotografia è molto "tua", è " come te", ecco, credo si riferiscano proprio a quello.
Qualcuno di cui non ricordo adesso il nome ha scritto: impara la lezione dei Maestri, poi dimenticala.
Quindi lasciare che tutto quanto appreso, ricercato, osservato, si sedimenti e divenga così proprietà esclusiva.
Dopodichè si può dimenticare tutto, come conoscenza fine a sè stessa, e considerare propria , non più estranea, assimilata al proprio modo di essere, la lezione dei Maestri.
Questo fa si che nella mia piccolissima esperienza, il polpastrello destro si muova quando riconosce nel mondo esterno qualcosa di sè.

- Il filo che tiene insieme scatto e post:
per me è un filo molte volte accessorio, nel senso che è un aggiustamento di curve e livelli, se è il caso di aggiunta di contrasto e poco altro, a parte naturalmente la necessaria conversione in b/n o la costruzione in dittico, la cui unione di due fotogrammi avviene con i file uniti in post.
Ho con i softwere di postproduzione un rapporto un po' guardingo.
Nel primissimo approccio, nella scoperta di questi strumenti, ho attraversato l'ebbrezza degli effetti speciali: filtri, dominanti, sfocature e altro, e ancora.
Ma man mano che procedevo, sentivo il risultato estraneo a me, falsato e posticcio, almeno ai miei occhi e puntualmente la versione originale mi risultava migliore.
Ma, naturalmente, e ci tengo a sottolinearlo, io parlo per la mia fotografia, non è un atteggiamento snobistico verso un tipo di postproduzione che interviene molto sull'originale, anzi, la considero mia pura ignoranza, impigrita ancora di più dalla evidenza che nelle mie fotografie, l'oggetto non è mai la perfezione, ma al contrario, la suggestione del non detto, del tratto incerto.

Grazie Antonio, un piacere riflettere sulle tue domande.



Messaggio Modificato (15:49)
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Maricla Martiradonna

... Paola Mischiatti (Slow Motion)

Ciao PAola, scusa il mio imperdonabile ritardo, ma non sempre ho tempo per fare quesllo che mi piace, seguire la fotografia.
Tu sai bene quanto io ammiri il tuo modo particolare, unico ed originale di fare "fotografia"....mi piace molto il tuo modo avulso e intenso di restituire pensieri, i tuoi, di riformare sogni e traittorie, quelle dei tuoi orizzonti ,spesso molto diverso dal normale vedere...tu hai il dono di saper lasciare andare l'anima mentre scatti, far diventare percorsi sospesi, come una piccola passarella che attraversa burroni infiniti, i brividi nascono sempre dalla sospresa, dall ostupore, come un bimbo che scopre e si mette a nudo davanti al mondo, che spesso non capisce e non accetta.....questa è, secondo me, la tua fotografia, un mondo sospeso, leggero, delineato nella sua incoerenza voluta, dove non esistono punti di riferimento, ma richiami e leggeri tratteggi, che poi diventano racconto fotografico e raccontano, sopratutto, di te, per chi vuole leggere davvero......

nessuna domanda, solo ammirazione, come sai.....
Carlo
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Maricla Martiradonna

... Andrei Graph

ciao Andrei,
mi zittisco nella lettura delle domande, e naturalmente delle tue risposte che rivelano, oltre ad una passione che è amore istintivo, anche studio e riflessione, approfondimento e consapevolezza.
Conosco il tuo magnifico percorso e per questo riprendo
l'analisi di Luca (V.O.G.) che è secondo me puntuale, e acuta, e come sempre sapiente.
Quindi sottoscrivo assolutamente le sue riflessioni, che sentivo prima di leggerle come mie nebulose intuizioni, e passo ad una mia domanda.

Il punto di forza comune nelle tue immagini, quello che io individuo come "punctum" costante, è la compresenza di una sorta di indefinitezza, che in contrasto apparente restituisce invece la caratteristica essenziale di un soggetto, sia essa la fragilità, o al contrario, la sua forza interiore.
Fai di queste "stupende imperfezioni" il tuo massimo strumento di comunicazione.
Ma come riconosci fra tante foto scattate, la "tua" tra tutte, quella che ti rivela e che scegli?
E' una "analisi tecnica" che prevale, o un "brivido sottopelle" che ti guida?
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Maricla Martiradonna

Un nuovo spazio per noi

Inizia oggi una nuova rubrica per fotocommunity, che si svolgerà in questo forum riservato: una serie di conversazioni con voi. Domande, risposte, divagazioni spontanee, pensieri in libertà, tutto servirà a conoscerci meglio e a presentarci in modo diverso, più personale, più interessante.

Abbiamo nel nostro sito un potenziale ricchissimo di persone (voi!) che vivono per la fotografia in modo serio e appassionato e che hanno davvero tanto da trasmettere a ciascuno di noi. Il semplice gesto del pubblicare e commentare, pur fondamentale per la nostra community, certamente non basta a esprimere questa ricchezza.
Con abbiamo dunque messo a punto questo progetto, e ci auguriamo che susciti il vostro interesse.
Lo integreremo con piccole interviste a fotografi affermati che non sono su fotocommunity e che portano avanti discorsi stimolanti e ricerche originali. Anche uno sguardo fuori dal sito può far bene a tutti noi :-)

Troviamoci allora qui, ogni sabato, con uno di voi. Un aperitivo o un caffè, insieme, e una chiacchierata sulla fotografia :-)
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Maricla Martiradonna

... Carlo Pollaci

Grazie mille Carlo per le tue risposte, dritte al bersaglio con una precisione da cecchino. Al limite della telepatia a volte: per questa domanda alla quale hai risposto, in particolare, avevo proprio pensato a questa foto Infine complimenti per la sincerità, la trasparenza e l'onestà unite ad un coraggio invidiabile nell'aprirti anche a vere e proprie rivelazioni come nelle ultime battute quando dici: "A livello di sperimentazione, ho estratto singoli fotogrammi da filmati, trattandoli poi come normali fotografie." In presenza di certi ortodossi (qui ne abbondano) una frase così rischia di trasformarsi in un "suicidio fotografico" :-p Anch'io a volte ho già pensato a provare questa sperimentazione di cui parli, anche se tuttavia credo poi alla fine tu come me, ci stuferemmo abbastanza in fretta, dal momento che verrebbe a mancare l'emozione unica di cogliere il bressoniano momento. Tuttavia trovo sempre che nulla ci sia di sbagliato a sperimentare, altrimenti saremmo ancora in giro a fotografare con una coperta nera sulla testa ;-)
Concludendo, bellissima l'esperienza di questo forum. Conto di tornarci presto con domande anche ad altri fotografi. Un saluto e alla prossima.



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